domenica 13 settembre 2009

Notizie sulla Svizzera. 1° pt.

Qui comincio una rassegna sul sistema paese Svizzero, che sto conoscendo in questi mesi in cui mi sono trasferito Lugano.
In questo primo punto di osservazione, partirò dal mio stomaco, quello che mangio.
E cominciano le cose felici!
Vi elenco in ordine cronografico le principali riforme a tutela della nostra salute e di quella degli animali.
Dal 1992 hanno vietato l’allevamento dei polli in batteria, noi in Italia manco ci stiamo a pensare.
Al riguardo vi rimembro i codici allevamento delle uova, il primo numero del codice inscritto sull’uovo indica il tipo di allevamento(vd nota 1 a piè di pagina).
Poi dal 1998 è vietato somministrare agli animali antibiotici nei mangimi, o usare ormoni per incrementare la crescita del capo.
E’ anche vietato l’uso di mangimi contenenti OGM.
Per gli allevamenti di bovini devono essere garantite condizioni di allevamento che sulla carta sembrano molto buone, come 90 giorni di uscita all’anno (60 d’estate e 30 d’inverno). Fatto sta che anche qui nei dintorni della città di Lugano è pieno di mucche messe al prato.
Difatti dai dati del ministero dell’agricoltura risulta che il 60% degli animali d’allevamento in svizzera possono uscire regolarmente all’aperto.
Da quel che si legge in giro pare che solo gli allevamenti di maiali facciano schifo.
Inoltre nonostante le pressioni dell’UE rimane ancora vietato il transito per la svizzera dei camion contenenti animali diretti al macello.

Insomma è “semplicemente” un paese che ha rispetto degli animali di cui si nutre. Deis gratia.

Certo la carne costa almeno il triplo rispetto all’Italia, ma lo ritengo assolutamente giusto. Mangiarne di meno, e con rispetto.

Rimanendo in tema, anche la coltivazione biologica è ben sviluppata, ed è ovviamente sostenuta dal paese.
La percentuale di terreni coltivata secondo metodi biologici rispetto al totale non è che sia molto elevata, si assesta sull’11%, mentre in Italia è l’8%,e nell’Europa a 25 la superficie coltivata a bio rispetto al totale è il 4%.
C’è quindi qui un 35% in più di quota di produzione biologica rispetto all’Italia, che è già ben messa rispetto all’Europa. Qui però nelle catene distributive, in tutte le categorie merceologiche, c’è una presenza di prodotti bio notevolmente superiore rispetto all’Italia, più del 35%.
In ciò è rilevante la collaborazione ed il sostegno delle principali catene distributive, che ne fanno attiva propaganda sostenendone anche la diffusione.

Conclusione: L'Italia ha molto da imparare dal rispetto mostrato dall'agricoltura Svizzera per gli animali ed il territorio.

Fonti:
http://www.swissworld.org/it/economia/agricoltura/agricoltura_biologica/
http://ec.europa.eu/agriculture/organic/eu-policy/data-statistics_it
http://www.agricoltura.ch/it/attuale/agronews/detail/article/2008/03/27/agricoltura-produzione-bio-ha-di-nuovo-il-vento-in-poppa/
Nota 1
Codice 3: Gabbia, 25 galline per metro quadro
Codice 2: terra, 7 galline per metro quadro
Codice 1: all’aperto, 1 gallina per 2,5 metri quadri
Codice 0: biologico, 1 gallina per 5 metri quadri

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